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Smi, obbligo per i medici di certificare gli infortuni sul lavoro: Occorre semplificazione

Sindacato Redazione DottNet | 18/04/2024 16:10

"Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive"

 "Abbiamo incontrato Patrizio Rossi, Sovrintendente Sanitario Nazionale INAIL, in merito all’obbligo per i medici di certificare gli infortuni sul lavoro così come previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale (ACN) 2019-2021 di medicina generale, recentemente firmato. Abbiamo chiesto l’avvio di procedure semplificate ed in cooperazione applicativa", affermano Pina Onotri, Segretario Generale SMI e Cristina Patrizi, Segretario Regionale SMI Lazio, danno notizia dell’incontro. "Nello specifico riteniamo che sia utile emettere solo il certificato che documenta l’inizio  dell’infortunio, ritendo pertanto non necessario né appropriato il rilascio di altre certificazioni successive che indicano la continuazione della  condizione di infortunio o quella della guarigione dall’infortunio medesimo. A questo scopo auspichiamo che venga predisposta una piattaforma  digitale per i medici di medicina generale per semplificare tali procedure", aggiunge Onotri.

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"Abbiamo posto all’attenzione della discussione, anche, la necessità che si avvii un percorso per il riconoscimento  dell’infortunio sul lavoro per i medici di famiglia, ai quali, tutt’oggi,  non viene purtroppo riconosciuto. Sosteniamo da tempo, ormai, la necessità stringente  che l’infortunio sul lavoro debba essere ampliato ai medici di medicina generale. Abbiamo avviato, in questo senso,  una proficua  riflessione   sulla possibilità di giungere a una norma  per i medici di medicina generale  affinché sia previsto  un affiancamento alle tutele assicurative ora contrattualmente previste, anche con la tutela INIAL", precisano  Onotri e Patrizi.  "I medici  sono le figure cardine del Servizio Sanitario Nazionale; garantire diritti e tutele già previsti anche per le altre categorie di lavoratori può rappresentare un efficace rimedio alla crisi della categoria medica", concludono Onotri e Patrizi.

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